Scritto da Elena Assirelli

martedì, Dic 15
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Premessa importante: puoi sostituire la parola “Yoast” nel titolo con qualsiasi altro tool o strumento per fare SEO, su WordPress e non. Non ce l’ho con Yoast. Non ce l’ho nemmeno con i tool in generale, che uso anche io tutti i giorni nel mio lavoro.

Ma vorrei spiegarti perché Yoast (da solo) non ti servirà a nulla quando vorrai fare della buona SEO.

Premessa importante n.2: se non sai cos’è Yoast, si tratta di uno dei plugin WordPress più famosi per fare SEO, cioè Search Engine Optimization (ottimizzazione dei contenuti di un sito web per i motori di ricerca).

Se ancora non ci conosci, però, vorremmo prima presentarci: siamo Elena e Isabella. Se vuoi scoprire più su di noi, leggi la nostra storia.
Il nostro blog si chiama “Il tuo why” proprio per aiutarti a restare focalizzata sul tuo perché: quel perché che ti fa balzare fuori dal letto ogni mattina con l’obiettivo di creare una vita che ami davvero. Crediamo fermamente che nel 2022 si possa creare un lavoro basato sui propri valori e interessi ed abbandonare definitivamente vite da ufficio 9.00-18.00 stressanti e frustranti. Il nostro obiettivo? Aiutarti a cambiare ed eliminare quelle scuse che ti tengono bloccata.

Ogni settimana scriviamo nuovi articoli e creiamo nuovi contenuti per te. Se vuoi darci una mano, aiutaci a crescere su Facebook cliccando il pulsante Mi Piace qui sotto, e rimaniamo in contatto!

Adesso che ci siamo presentate, bando alle ciance e torniamo al tema del nostro articolo!

Ho deciso di scrivere un post dal titolo così polemico perché ogni giorno leggo decine e decine di commenti in giro su Internet che iniziano circa così:

Ho tutti i semafori verdi nel mio articolo su come strapazzare le uova, eppure l’articolo su Google NON ESISTE! NON COMPARE! Forse Mi sono persa qualche aggiornamento di Yoast?”

come strapazzare le uova

oppure

“Ma io faccio già SEO! Ho scaricato e installato Yoast su tutti i miei siti web!”

A volte invece ho avuto dei clienti che mi hanno chiesto: “Ma come hai fatto a posizionare un articolo in prima pagina con queste keyword se i semafori di Yoast sono arancioni?”

Anche se di fronte a queste domande vorrei lasciarmi andare ad espressioni come questa qui sotto ↓

faccia perplessa

ho sempre cercato di fare buon viso a cattivo gioco provando a spiegare al cliente che:

  • abbiamo fatto SEO da sempre, anche senza i semafori di Yoast
  • Yoast è semplicemente un tool che può aiutarci a fare buona SEO (se conosciamo le regole della SEO)
  • è possibile fare SEO senza installare Yoast (giuro!)

Ecco, se anche tu ti sei ritrovata in questi frasi, se a volte le hai pronunciate o lette, sono molto felice che tu sia qui (e che tu stia per leggere questo articolo), perché cercherò di spiegarti come mai per fare buona SEO non ti sarà sufficiente installare Yoast e avere tutti i semafori verdi e perché spero che, una volta apprese alcune nozioni fondamentali di SEO base, tu possa a tua volta diffondere queste conoscenze.

L’obiettivo di questo post è che alla fine della lettura tu abbia delle coordinate diverse dai semafori di Yoast per sapere se hai fatto il possibile per scrivere un articolo ottimizzato per posizionarsi su Google e sugli altri motori di ricerca.

Pronta? Partiamo!

Yoast: come funziona

Come abbiamo già visto, Yoast è uno dei plugin WordPress più famosi per migliorare la SEO del tuo blog o sito web. Come ben saprai, però, non esistono solo siti web fatti con WordPress. Ci sono moltissimi altri CMS, gratuiti e non, che ti possono aiutare a sviluppare un ottimo sito web. Alcuni di questi sono Joomla, Drupal, ma anche Shopify (specifico per e-commerce) e mille altri ancora.

Non solo, alcuni siti sono sviluppati completamente da zero, senza l’utilizzo di alcun CMS.

Vogliamo quindi pensare che solamente i siti web WordPress con il plugin Yoast si posizionano su Google?

La risposta è abbastanza scontata: ovviamente no.

Se sei qui, però, probabilmente utilizzi WordPress e hai installato questo famoso plugin oggetto di questo articolo. Vediamo quindi di capire come funziona in modo da sapere quali suggerimenti di Yoast dobbiamo ascoltare e quali saranno completamente inutili per il posizionamento dei nostri articoli su Google.

Yoast utilizza una serie di simpatici semafori per aiutarti a capire se il tuo articolo o la tua pagina potrà ben posizionarsi su Google.

In particolare, secondo Yoast, dovresti:

  • individuare una focus keyword (o un gruppo di keywords) con cui posizionarti con un determinato articolo
  • Inserire questa keyword nel titolo (e di conseguenza nel permalink, che si creerà automaticamente)
  • Ripetere questa keyword nella paragrafo iniziale del testo
  • Scrivere un contenuto di almeno 600-800 parole

Ecco, alcune di queste indicazioni non sono completamente sbagliate. Ma è importante, nella pratica, capire cosa stiamo facendo (e perché).

Paradossalmente, infatti, potrei creare un nuovo post e individuare come focus keyword la parola “test”. Piazzo “test” nel titolo (e nel permalink), inserisco test nel primo paragrafo iniziale del testo, scrivo qualche decina di righe per arrivare a 800 parole e pubblico.

Risultato di Yoast: i semafori son tutti verdi, ottimo lavoro!

semaforo verde

Cosa se ne farà Google di questo mio articolo? Direi probabilmente niente. Cosa ho sbagliato, quindi? E quali delle indicazioni di Yoast dobbiamo tenere buone?

Vediamole insieme.

3 consigli semplici e veloci da seguire per fare buona SEO sul tuo blog

Scegliere una focus keyword – #1

Scegliere una focus keyword (o un gruppo di focus keywords) è assolutamente cosa buona e giusta. Il punto importante, però, è scegliere una keyword che abbia un senso per:

  • i propri obiettivi di business
  • il proprio piano editoriale
  • il proprio scopo
  • il proprio utente target

Cosa intendo con questa lista? Vediamolo subito. Quando scegli una focus keyword (o un gruppo di keywords) per il tuo articolo, dovresti innanzitutto partire dal tuo utente tipo – dal lettore che immagini leggerà il tuo articolo, e farti alcune domande.

Innanzitutto dovresti chiedere chi è questo lettore (è una donna? È un uomo? Che mestiere fa? Che competenze ha?) e che genere di informazioni sta ricercando e vorrebbe trovare nel tuo articolo.

Perché questo punto è particolarmente importante? Te lo spiego subito.

Quando scegli di trattare un argomento in un articolo ti ritrovi a un certo punto a definire quello che è il titolo dell’articolo stesso (e probabilmente la focus keyword che andrai a inserirvi).

Ma per ogni argomento esistono infinite possibilità di titoli e decine di differenti focus keyword che potresti utilizzare.

Come fare, allora, a capire quale scegliere?

come posizionarsi su google

Facciamo un esempio che riguarda il blog che stai leggendo, Il Tuo Why. Il nostro blog si rivolge a tutte quelle donne che vogliono, tra le altre cose, lanciare un business on-line (specialmente un blog, ma non solo). Questo gruppo di potenziali lettrici costituisce la nostra target audience.

All’interno della nostra target audience, però, ci sono donne molto diverse tra loro, donne che hanno già un blog e vogliono imparare a monetizzarlo, donne che vorrebbero aprire un blog ma non sanno da che parte iniziare e, ancora, donne che sanno che vogliono iniziare a lavorare on-line perché hanno sentito che è il momento giusto per farlo, ma non sanno neanche cosa sia un blog.

Quando io e Isa definiamo il nostro piano editoriale, quindi, dobbiamo ovviamente tenere conto di tutti questi fattori e individuare dei macro-argomenti da trattare nelle nostre pagine.

Prendiamo, ad esempio, l’argomento come guadagnare on-line.

Come abbiamo visto, il macro-argomento come guadagnare on-line potrebbe, però, avere centinaia di declinazioni. Ripensiamo quindi alla nostra target audience e individuiamo:

  • donne che hanno già un blog e vorrebbero monetizzarlo – per queste lettrici la focus keyword (gruppo di keywords) per il nostro articolo potrebbe essere “come guadagnare con un blog”
  • donne che vorrebbero aprire un blog – in questo caso potremmo optare per “aprire un blog da zero e guadagnare”
  • donne che hanno deciso di buttarsi nell’on-line ma non sanno neanche da dove partire – in questo terzo caso forse neanche dovremmo nominarlo il blog nel titolo e magari potremmo optare per un generico “come inventarsi un lavoro da casa

Capisci dove voglio arrivare?

In base alla target audience del nostro blog dobbiamo andare a individuare un lettore target per quell’articolo e cercare di infilarci nei suoi panni e scrivere un contenuto che abbia come focus keyword (e di conseguenza, contenuto) qualcosa che potrebbe digitare nella barra di ricerca di Google.

Google web search

Quando abbiamo bene in mente chi è il nostro lettore, possiamo produrre un contenuto a lui davvero utile, in cui possa trovare informazioni e risorse che gli servono per risolvere un problema, per informarsi o per trovare il prodotto o servizio che sta cercando.

Oltre al nostro lettore, però, quando scegliamo una focus keyword, non dovremmo mai scordarci il nostro obiettivo di business. Tradotto: qual è lo scopo dell’articolo che sto per scrivere?

A questo proposito ti consiglio di leggere il mio articolo dal titolo l’unico segreto che ti serve conoscere per fare SEO, dove ho individuato tre tipi di ricerca che possono fare i nostri utenti: ricerca informazionale, ricerca navigazionale e ricerca transazionale.

Quando facciamo una qualsiasi ricerca su Google o su un altro motore di ricerca, infatti, possiamo avere tre principali tipologie di “intento”.

Abbiamo appena comprato casa e abbiamo deciso di ristrutturare un bagno. Cerchiamo quindi su Google

“Come scegliere i colori delle pareti di un bagno”.

Che cos’è una keyword informazionale?

In questo caso stiamo facendo una ricerca di tipo informazionale: stiamo, cioè, cercando delle informazioni. Questo non significa affatto, però, che in un secondo momento non avremo bisogno di un architetto e di un’impresa edile, ma solo che in quel preciso momento stiamo semplicemente cercando di aumentare la nostra consapevolezza sull’argomento.

Atterriamo sul blog del colorificio “Pippo”, che ha scritto un ottimo articolo su come scegliere i colori delle pareti di un bagno, come abbinarli alle piastrelle, che tipologie di sanitari comprare, eccetera.

L’articolo è ben scritto ed esaustivo. Leggiamo e spegniamo il nostro pc.

Dopo una settimana riaccendiamo il computer e decidiamo di digitare “miglior colorificio a Genova”. Google ci mostra un po’ di indirizzi, tra cui l’azienda “Pippo”, di cui subito ci ricordiamo grazie all’articolo che in precedenza avevamo letto.

La keyword “miglior colorificio a Genova” può essere quindi considerata allo stesso tempo informazionale (mi sto informando sui migliori colorifici della città) e transazionale.

Che cos’è una keyword transazionale?

Le keyword transazionali sono quelle keywords che digitiamo quando siamo pronte per fare una transazione, un acquisto. Se sto cercando il miglior colorificio a Genova, infatti, è molto probabile che vorrò recarmici per acquistare della pittura, non trovi?

Una buona strategia SEO, quindi, deve prevedere un piano editoriale che contenga articoli con focus keywords informazionali e articoli con focus keywords transazionali.

Gli articoli con focus keywords informazionali saranno le “porte” di ingresso di lettori più o meno consapevoli circa un tema o un argomento, lettori che potenzialmente potrebbero diventare un giorno nostri clienti.

Sarà molto probabile che, letto l’articolo su come tinteggiare il bagno scritto dall’azienda Pippo, io la prenda in considerazione anche per la vendita della pittura, non credi?

Unendo queste considerazioni con quelle iniziali relative alle competenze della nostro lettore target, possiamo andare più a fondo pensando di scrivere più articoli riguardanti lo stesso argomento, cercando di trattarlo sotto diversi punti di vista in base alle conoscenze che ci aspettiamo abbia il nostro potenziale pubblico.

Se, ad esempio, ho un blog che tratta di finanza personale, potrei trattare lo stesso argomento investimenti scrivendo tre articoli differenti in base alle competenze del nostro lettore target:

  • Come diventare ricchi? (Lettore con poche conoscenze di finanza)
  • Quali sono i miglior investimenti da fare in Italia (Lettore più consapevole che cerca di affacciarsi al mondo della finanza)
  • Come diversificare il proprio portafoglio XYZ e proteggersi dalla volatilità? (Lettore informato)

Come può, Yoast, aiutarci a definire tutto questo? Come può Yoast capire se stiamo facendo bene o stiamo facendo male?

Non può, appunto.

Per questa ragione è bene andare più a fondo sulla nostra strategia SEO, capirne regole e strategie, testare e continuare a studiare.

segreti seo

Inserire la focus keyword nel nostro titolo e nel nostro Meta Title – #2

Una volta definita la strategia e gli obiettivi del nostro articolo, dobbiamo inserire la focus keyword nel titolo principale (heading 1) e in almeno uno tra gli heading 2. Oltre a questo, dobbiamo premurarci di inserirla nel Meta Title. In questo senso, Yoast sarà un ottimo alleato.

Ricordiamo brevemente cos’è il Meta Title:

meta title cos e

Il Meta Title è il titolo che compare nella barra in alto del browser e che comparirà nella pagina dei risultati di ricerca Google, quando il nostro articolo sarà posizionato, come vedi nell’immagine qui sopra.

Scrivere un contenuto lungo ed esaustivo e dividerlo in paragrafi, utilizzando le keywords correlate – #3

Una volta individuata la nostra focus keyword, possiamo procedere con l’individuazione di keywords correlate e andare a inserirle nei titoli dei paragrafi del nostro post.

Ne ho parlato a lungo nel mio post su come scegliere le giuste keywords, che ti consiglio di andare a leggere.

Ricordiamoci di scrivere un articolo lungo ed esaustivo, che riesca cioè ad “esaurire” l’argomento del nostro post. Cerchiamo di suddividere il testo in paragrafi, in modo da agevolarne la lettura, sia da parte dei nostri lettori, sia da parte del crawler di Google che dovrà scansionare il nostro articolo per individuarne gli argomenti.

Spero di aver acceso una lampadina e di averti fatto venire nuove idee per migliorare la SEO dei tuoi articoli!

Arrivate a questo punto, se volessi approfondire l’argomento, ti consiglio di leggere:

Aspetto come sempre un tuo commento 🙂

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Grazie per essere arrivata alla fine dell’articolo! Siamo (ovviamente) anche su Facebook: clicca “Mi Piace” qui sotto e teniamoci in contatto!

Elena Assirelli

Elena Assirelli

Digital Marketer e amante della SEO. Da quando ho 11 anni passo gran parte della mia vita davanti allo schermo di un computer. E no, non mi sento nerd, anche se qualche amico sostiene il contrario. Per oltre 15 anni ho giocato a pallavolo, una delle mie grandi passioni. Amo viaggiare e scattare fotografie e in generale mi appassiono di tutto quello che mi fa crescere come persona. E sì, da sempre amo molto il web, per due ragioni fondamentali: perché il web è un luogo dove succedono cose magiche e perché il web è un luogo dove si può diventare liberi.

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