Partita IVA per i blogger: quando serve? Come aprirla? Qui trovi le risposte a tutte le tue domande.
Tra le molte domande che io e Isa riceviamo puntualmente c’è anche questa: per aprire un blog serve aprire la P. IVA?
Se ancora non ci conosci, però, vorremmo prima presentarci: siamo Elena e Isabella. Se vuoi scoprire più su di noi, leggi la nostra storia.
Il nostro blog si chiama “Il tuo why” proprio per aiutarti a restare focalizzata sul tuo perché: quel perché che ti fa balzare fuori dal letto ogni mattina con l’obiettivo di creare una vita che ami davvero. Crediamo fermamente che nel 2022 si possa creare un lavoro basato sui propri valori e interessi ed abbandonare definitivamente vite da ufficio 9.00-18.00 stressanti e frustranti. Il nostro obiettivo? Aiutarti a cambiare ed eliminare quelle scuse che ti tengono bloccata.
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Adesso che ci siamo presentate, bando alle ciance e torniamo al tema del nostro articolo!
Visto che siamo dell’idea che è bello trasmettere conoscenza solo diretta, abbiamo deciso di lasciare scrivere questo articolo a un vero commercialista, Matteo Camurri.
Speriamo di poter rispondere a tutte le tue domande.
Iniziamo!
Se sei un blogger e stai leggendo questo post, con tutta probabilità ha iniziato a frullarti per la testa questo pensiero: “e se mi mettessi in proprio?”
Ma sai bene che questo passo comporta un passaggio molto temuto da tutti: aprire la Partita IVA.
Ti spaventa il solo pensiero?
Immagino di sì.
Probabilmente il motivo principale sono le tasse e la paura di commettere degli errori.
Essere spaventati è normale.
L’importante è non farsi bloccare dalla paura.
Blog e Partita IVA: le 3 domande più frequenti
Vediamo di rispondere alle 3 domande più importanti per farti partire nel modo giusto.
- sai che codice ATECO scegliere?
- sai quale regime fiscale è più adatto al tuo tipo di attività?
- sai a quanto ammontano i contributi INPS che devi pagare?
Prendi subito carta e penna e iniziamo perché in questo articolo risponderò a tutte queste domande!
Partita IVA per i blogger: quando è obbligatorio aprirla?
Molti blogger si domandano se l’apertura della Partita IVA deve essere fatta subito, non appena si apre un blog.
E la risposta è: dipende.
Non la devi aprire se…
… con il tuo blog non vendi nulla (in questo caso non c’è nessun obbligo di aprire la partita IVA).
La devi aprire se…
… con il tuo blog vendi consulenze, info-prodotti oppure se fai affiliate marketing con una o più piattaforme di vendita online. Insomma, in tutti i casi in cui guadagni con un blog.

Già mi sembra di sentire la tua contro-risposta:
“Ho letto su internet che se guadagno meno di 5.000 euro all’anno non sono tenuto ad aprire la Partita IVA…”.
Fai attenzione caro blogger, perché non è assolutamente così!
Infatti, non è scritto da nessuna parte che, raggiunto un determinato limite di reddito, sia necessario aprire la Partita IVA.
Ciò significa che:
- anche se superi i 5.000 euro di incassi può darsi che tu non la debba aprire
- anche se rimani al di sotto dei 5.000 euro può darsi che tu la debba aprire
E allora come si fa a capire se devi aprire la partita iva oppure no?
Vedi, secondo il Fisco, l’apertura della Partita Iva è vincolata alla modalità di svolgimento della tua attività.
Se viene svolta in modo abituale e continuativo allora devi aprire la partita iva. Se non lo fai, allora puoi evitare di aprirla.
Purtroppo non abbiamo una definizione precisa di abituale e continuativa ma possiamo “semplificare” dicendo che devi aprire la Partita IVA se svolgi la tua attività in modo regolare.
In caso contrario, non sei tenuto a farlo.

Aprire la Partita IVA come blogger
Il tuo blog è per te una fonte di reddito continuativa e abituale? Ci siamo allora: devi aprire la Partita IVA.
Si tratta di per sé di un adempimento semplice e che non costa nulla: non devi far altro che compilare un modulo.
Aspetta, però: hai dato un’occhiata a tutti i dati che devi inserire?
- codice ATECO… sai qual è quello dei blogger?
- regime fiscale… hai già scelto qual è il migliore per te?
- contributi INPS… sai a quanto ammontano?
No?
Non preoccuparti, è normale.
L’importante è però fare i passi giusti, perché da una buona partenza (ossia compilando correttamente il famigerato modulo) può dipendere il prosperare o meno della tua attività.
Andiamo con ordine.
Codice ATECO per i blogger
Non c’è un codice ATECO universale per tutti i blogger, perché varia in base a come scegli di monetizzare con il tuo blog:
- per l’affiliazione o Adwords il codice ATECO migliore è 73.11.02
- se svolgi delle attività di consulenza a pagamento (ad esempio di marketing, di informatica e così via) il codice ATECO da scegliere è 70.22.09
- per la vendita di info-prodotti, il codice ATECO è 47.91.10
E se fai tutte queste cose insieme?
Nessun problema: basta indicare tutti e tre i codici corrispondenti!
Regime fiscale migliore per un blogger
La scelta del regime fiscale è forse la fase più delicata.
Se sbagli, puoi rimetterci tanti soldi.
Che cos’è il regime forfettario?
Hai sicuramente sentito parlare del regime forfettario. Ebbene, molti neo-imprenditori lo hanno scelto (e continuano a sceglierlo) perché lo ritengono un sistema snello e conveniente per chi entra nel mondo del business.
E questo non è sempre vero.
Lascia che ti spieghi come mai.
Sicuramente saprai che il regime forfettario non può essere scelto da tutti ma solo se la tua attività rispetta determinate condizioni.
Quello che forse non sai è che non è detto che se l’attività rispetta queste condizioni, allora è automaticamente sicuro che ti convenga sceglierlo.
Poterlo scegliere è una cosa.
Che ti convenga farlo è tutt’altra.
Quindi solo un consulente esperto può consigliarti di adottare o meno il regime forfettario in base alle tue condizioni personali e a come vuoi organizzare la tua attività.
Uno sbaglio in questo senso può portarti a sprecare diverse migliaia di euro.

Per aiutarti a capire qual è il regime più adatto a te, ho realizzato un test molto semplice che ti permetterà di capire se il regime forfettario è la scelta giusta per te.
Ovviamente non è perfetto al 100% come lo può essere una consulenza personalizzata con me, ma è già un buon indicatore.
>> FAI IL TEST PER CAPIRE QUALE REGIME FISCALE È IL MIGLIORE PER TE
Contributi INPS per un blogger
Se sei un lavoratore dipendente, i contributi INPS non rappresentano una fonte di preoccupazione: li versa infatti per te il tuo datore di lavoro.
Invece, se hai una Partita IVA ci devi pensare tu.
Vuoi sapere a quanto ammontano?
Anche in questo caso, dipende dal tipo di attività che svolgi.
Per dartene un’idea, analizziamo queste casistiche:
vendita di info-prodotti e/o affiliate marketing
vendita di consulenze
Contributi INPS per la vendita di infoprodotti e/o affiliate marketing
I contributi da pagare sono quelli della gestione INPS commercianti e sono di due tipi:
- contributi fissi (li devi pagare in ogni caso)
- contributi a percentuale (li devi pagare soltanto se il tuo reddito supera € 15.953)
Attualmente i contributi fissi per i commercianti ammontano a € 3.850, indipendentemente da quanto si guadagna (in pratica sei tenuto a versarli anche se il tuo blog ti frutta solo € 1.000 all’anno…).
Il pagamento di questi € 3.850 deve essere fatto in 4 rate entro il:
- 16 maggio
- 20 agosto
- 16 novembre
- 16 febbraio (dell’anno successivo)
Nel momento in cui il tuo reddito supera i € 15.953 sei tenuto a versare anche i contributi a percentuale:
- per un reddito fino a € 47.379 sono pari al 24,09%
- per un reddito superiore a € 47.379 sono pari al 25,09%
Quindi, se guadagni più di € 15.953, dovrai versare – solo sulla parte di reddito in più – un contributo pari al 24,09%.
Se il tuo reddito invece supera i € 47.379 la percentuale sale fino al 25,09%.
Con gli esempi che trovi qui di seguito puoi capire meglio come calcolare i contributi INPS da versare.
- Esempio n. 1
Lucia ha aperto un blog nel 2019 e nel 2021 ha deciso di utilizzarlo anche per vendere dei videocorsi. Ha quindi aperto la Partita IVA e si è iscritta all’INPS commercianti.
Alla fine del 2021 ha percepito un reddito di € 9.500.
Dovrà quindi versare solo i contributi fissi di € 3.850, suddivisi in quattro rate.
- Esempio n. 2
Se Lucia alla fine dell’anno avesse guadagnato € 19.000, oltre ai € 3.850 di contributi fissi in quattro rate dovrà anche versare i contributi a percentuale:
sul reddito che supera € 15.953, pari a € 3.047 € (19.000 – 15.953) pagherà il 24,09% di contributi a percentuale, per un importo di € 734.
Lucia dovrà quindi versare all’INPS: € 3.850 + € 734 = € 4.584
- Esempio n. 3
Lucia è stata così brava da percepire un reddito annuo di € 68.000. Dovrà quindi versare i seguenti contributi INPS:
- contributi fissi = € 3.850
- contributi a percentuale del 24,09% sul reddito che supera € 15.953 e fino a € 47.379, pari cioè a € 31.426 (47.379 – 15.953) = € 7.570
- contributi a percentuale del 25,09 % sul reddito che va da € 47.379 a € 68.000, pari cioè a € 20.621 = € 5.174.
Il totale dei contributi dovuti da Lucia è quindi:
€ 3.850+ € 7.570 + € 5.174= € 16.594
Massimali contributivi
I contributi a percentuale vengono applicati solo fino al raggiungimento di un limite di reddito, il cosiddetto massimale.
Nel 2021, questo limite è di € 103.055.
La quota del reddito che supera questa cifra non è soggetta ai contributi.
Vediamo un esempio.
- Esempio n. 4
Ipotizziamo che Lucia abbia guadagnato a fine anno € 150.000.
Dovrà quindi versare:
- i contributi fissi
- i contributi a percentuale su € 87.102 (pari alla differenza tra € 103.055 e € 15.953).
Oltre € 103.055 il reddito è esente dai contributi.
Termini di versamento dei contributi a percentuale
I contributi a percentuale vanno versati in due tranche:
- 30 giugno
- 30 novembre

Contributi INPS per la vendita di consulenze
Se con il tuo blog svolgi un’attività di consulenza a pagamento, devi iscriverti alla Gestione Separata INPS, che ha un grande vantaggio: prevede solo versamenti in base al reddito, senza contributi fissi.
Ma c’è un lato negativo: se non raggiungi un reddito di € 15.953, l’INPS non ti accrediterà un anno di contributi validi ai fini della pensione.
L’aliquota per il 2021 è pari al 25,98% da applicare al reddito effettivo risultante dalla dichiarazione dei redditi.
Anche in questo caso c’è un massimale: il tetto oltre al quale non si applicano i contributi è pari a € 103.055.
- Esempio n. 5
Stefania, consulente di informatica, ha aperto la Partita Iva nel febbraio del 2021.
Se alla fine dell’anno guadagna € 15.000, è tenuta a versare € 3.897 di contributi.
Conclusioni
Come vedi se sei un blogger e stai pensando di trasformare il tuo hobby in un’attività imprenditoriale ci sono parecchi aspetti da tenere in considerazione.
In questo articolo ho preso in esame varie casistiche, per darti un’idea degli adempimenti che sei tenuto a rispettare.
Tuttavia, ci sono anche altri aspetti da considerare.
Se sogni quindi di trasformare il tuo blog in un business vero e proprio e vuoi avere la certezza di non fare errori, allora ho una sorpresa per te.
Prima di svelartela però, vorrei presentarmi: capirai così perché posso aiutarti a coronare i
tuoi sogni imprenditoriali.
Mi chiamo Matteo Camurri e dal 2007 sono iscritto all’ordine dei Dottori Commercialisti.
Nel 2010 ho deciso di specializzarmi nella creazione d’impresa.
In pratica aiuto i neoimprenditori ad avviare la loro attività in modo facile e sicuro, senza commettere errori e senza farsi schiacciare dalla burocrazia, dalle tasse e dai contributi.
Il motivo di questa scelta è che ho “toccato con mano” che la maggior parte dei problemi delle imprese sono causati dagli errori e dalle scelte sbagliate fatte nei primi anni di attività.
Come dico spesso, possiamo considerare i primi 2/3 anni di un’impresa come le FONDAMENTA di una casa.
Se queste vengono “gettate” male diventa pressoché impossibile rimediare in seguito.
In quasi 15 anni di esperienza mi sono reso conto che i consulenti fiscali, che sulla carta dovrebbero essere dei partner a supporto delle imprese, in realtà si comportano da semplici burocrati: sono dei” registratori di contabilità” e “calcolatori di tasse”.
Il neoimprenditore è lasciato letteralmente a sé stesso e questo nella maggior parte dei casi comporta seri rischi per chi sta avviando un’attività (soprattutto se è alla sua prima esperienza).
Ecco spiegato il motivo per cui ho deciso di non seguire le imprese già avviate.
Preferisco aiutare i neo imprenditori a partire con il piede giusto, piuttosto che tentare di “rimediare” ai danni fatti da altri (anche perché spesso è impossibile).
Bene è arrivato il momento di svelarti la sorpresa di cui ti parlavo.
Ho registrato un video-corso 100% GRATUITO in cui ti spiego tutto quello che c’è da sapere per aprire la Partita Iva senza commettere errori e senza rischiare di essere travolto dalle tasse e dai contributi.
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