A cosa serve un blog? Ce lo racconta la Ciclista Ignorante

Scritto da Elena Assirelli

domenica, Set 20
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La maggior parte della gente è ancora convinta che avere un blog significhi avere una specie di diario in cui scrivere quello che ci passa per la testa, oppure che sia riservato a persone un po’ egocentriche e narcisiste, o ancora che sia lo sfogo di qualche nerd.

Oggi vorrei convincerti del contrario, grazie a un’intervista illuminante che abbiamo fatto ad Adriana, meglio conosciuta come la Ciclista Ignorante. Non voglio rivelarti molto della sua storia, perché ne parlerà abbondantemente lei nelle righe che leggerai qui sotto, ma voglio darti una motivazione in più per arrivare alla fine dell’intervista.

Apriresti mai una ciclofficina a Genova, la città dei caruggi e dei sali-scendi?

Adriana l’ha fatto. E nel suo successo, il blog c’entra parecchio. Un blog?

Un blog? Già, proprio un blog.

A cosa serve un blog?

Ti prometto che se sei entrata su questo sito chiedendoti a cosa serve un blog o sei confusa riguardo alla possibilità che un blog possa realmente servire alla tua persona oppure alla tua azienda, sono sicura che alla fine di questo articolo avrai ricevuto le risposte a tutte le tue domande.

Ma adesso facciamo parlare Adriana.

adriana anselmo
Adriana Anselmo – ph. Anna Maria Giuliani

Ciao Adriana, ci racconti chi sei e cosa fai nella vita?

Mi chiamo Adriana, nata e cresciuta a Genova, quasi 41 anni, gattara, buddista, artista e chiacchierona. Nella Vita faccio la ciclomeccanica, ossia aggiusto biciclette.

…ma hai anche un blog, giusto? La Ciclista Ignorante.

Esatto. Il blog l’ho aperto a dicembre 2016 con lo scopo di incoraggiare tutte le donne che iniziavano a pedalare. Nel giugno 2014 sono andata a comprarmi una bici dopo 20 anni che non pedalavo. L’ho comprata a caso. Cercando consigli in rete trovavo solo articoli per uomini scritti da uomini, le poche donne (difficilissime da scovare in rete) erano sportive, un mondo molto lontano dal ciclismo urbano.

Il blog mi ha dato tantissime soddisfazioni, sopratutto considerando che ho cominciato da zero e ho sempre scelto di non seguire le mode o di scrivere sugli argomenti del momento solo per fare audience. Negli anni ho sempre avuto blog, ho iniziato con Splinder non so chi se lo ricorda, ma nessun blog era nato con l’idea di avere successo.

La Ciclista Ignorante invece doveva avere successo!

la ciclista ignorante blog
Ohibò – La Ciclofficina di Adriana – ph. Fabio Bussalino

Conoscevo WordPress a livello basico e da lì ho cominciato. Sono stata fortunata perché nel mio percorso ho incontrato chi mi ha insegnato le basi della SEO (una ragazza, tra l’altro all’epoca conosciuta da poco, mi regalò una giornata di formazione per il mio compleanno) e chi mi ha insegnato a scrivere correggendo tutti i miei post (è ancora la mia attuale correttrice di bozze, conosciuta online anni fa su Twitter e poi conosciuta di persona durante una vacanza in bici).

Tutto il resto, soprattutto la parte social, l’ho imparata da autodidatta, seguendo alcuni blog in particolare e leggendo diversi libri.

Perché un’attività off-line dovrebbe aprire in un blog?

Sapresti dirci quanti clienti ti ha portato il tuo blog?

Non lo so numericamente parlando: non ho mai lavorato per conversioni, un po’ per pigrizia un po’ perché studiavo anche per diventare ciclomeccanica, lo ammetto quella parte non l’ho mai approfondita.

In un certo senso tutte le mie clienti arrivano dal blog.

Sono moltissime le persone che arrivano in ciclofficina dicendomi “ho letto il tuo blog” ma ancora di più chi arriva dicendomi “ho sentito parlare di te” e tutto parte dal blog. Grazie al blog pochi mesi dopo l’apertura della ciclofficina sono finita su La Repubblica a tutta pagina e da lì a fare l’ignota a I Soliti Ignoti, il programma di Raiuno.

In entrambi i casi mi hanno cercato loro, io ho “solo” scritto sul blog.

Ci sono state persone che leggendomi da anni sono passate a trovarmi dopo l’apertura solo per conoscermi anche se non avevano bici da aggiustare. Solo questa settimana ho ricevuto 4 email di natura diversa da persone che sono “inciampate” nel mio blog facendo ricerche online.

Google My Business: a cosa serve?

La maggior parte dei clienti aprono direttamente Google Maps, quindi avere un’attività e non avere una scheda My Business è un grosso errore. Molti si fermano lì, altri se la scheda è ben curata continuano a curiosare finendo sul blog e sui canali social.

ciclista ignorante
La scheda Google My Business de La Ciclista Ignorante

Chi afferma che un sito/blog oggi non serve a niente a mio avviso sbaglia di lungo.

Sono molti i clienti che hanno iniziato a seguire il blog dopo aver conosciuto la ciclofficina: è una relazione difficile da mantenere perché serve tempo ed energia, ma è la relazione più bella che si possa avere con il cliente, quella oltre il servizio fatto e venduto.

Eh sì, si fidelizzano, al contrario di quello che molti colleghi all’inizio mi avevano detto.

Credi che il successo della tua attività dipenda da come sei stata in grado di comunicare te stessa al pubblico?

Ne sono certa. La mia attività non esisterebbe se non ci fosse il blog e tutto il microcosmo online che curo da anni.

Hai fatto tutto da sola o ti sei fatta affiancare da altri professionisti?

Come dicevo prima ho iniziato facendo tutto sola e con un paio di incontri fortunati. Per quanto riguarda il blog, tecnicamente negli anni ho sempre fatto e faccio da sola, tranne per la preziosa presenza della mia correttrice di bozze.

Da qualche mese invece lavoro con una social media manager: la ciclofficina occupa molto del mio tempo e dopo 5 giorni con 10 ore in piedi, lo ammetto sono un po’ stanchina.

Tutti i contenuti sono farina del mio sacco, originali, ho delegato la parte tecnica e di programmazione, oltre al fatto che un occhio esterno aiuta a vedere le cose diversamente: ad esempio ci sono cose che considero banali che in realtà non lo sono oppure a non sovraespormi pubblicando continuamente.

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La ciclofficina di Adriana – ph. Fabio Bussalino

Consiglieresti a chi ha un’attività come la tua, quindi offline e locale, di aprirsi un blog?

Assolutamente sì. Consiglio di aprirlo e se l’attività non è ancora aperta, di aprirlo prima: le persone amano le storie, la narrazione di come realizzare un progetto affascina sempre e ti porta ad avere già un pubblico nel momento in cui tirerai su la saracinesca per la prima volta.

Consiglio anche di imparare a fare da sé anche le cose tecniche per non andare nel panico se un plug-in non funziona o il sito è lento. Non vuol dire fare sempre tutto da sole, ma l’autonomia è importante per capire, appassionarsi e far crescere la propria creatura, insomma per smazzarsela nei momenti incasinati.

Però non basta aprirlo e scrivere. Bisogna studiare blogging, comprendere le regole del gioco, perché decidere di non seguire la massa deve essere una scelta anche per analizzare e contestualizzare i propri risultati: guardare solo ai numeri è un errore, soprattutto se si scelgono strade non comuni.

Quali altri canali di acquisizione consiglieresti?

Qualche mese fa sono uscita da Facebook ed ora ci sono tornata. Senza non so quanto ci avrei messo a far conoscere il blog de La Ciclista Ignorante. Ho fatto diversi esperimenti con altri miei blog, non volutamente pubblicizzati sui social: inutile dire che sono sconosciuti.

Non amo Facebook ma è innegabile quanto sia potente e quanto i social siano importanti, soprattutto all’inizio della Vita di un blog. Non dico che bisogna per forza scegliere Facebook e non serve essere ovunque, se ne può scegliere anche solo uno ma va curato e seguito con contenuti costanti, non solo la mera condivisione di quello che si scrive sul proprio blog. Ci vuole personalità, voglia di esporsi, di mostrare la propria opinione.

adriana

Nel tuo sito scrivi che sei “ciclomeccanica”, ma anche “blogger” e “podcaster” (oltre ad altre cose). Riusciresti a fare ciclomeccanica senza raccontarlo?

Non avrebbe senso perché raccontarlo serve a far funzionare l’attività, a farla crescere e migliorare. Non concepisco la mia attività senza tutto il dietro le quinte online.

Non discendo da una famiglia di ciclisti, né inteso come utilizzatori di bici né come ciclomeccanici, ho creato tutto da zero: smettere ora di raccontare tutto questo sarebbe semplicemente controproducente ed un po’ stupido.

Il passaggio e il passaparola sono importanti in un’attività fisica come nel mio caso, ma bisogna sempre ragionare nell’ipotesi peggiore. Il passaggio può venire meno per mille motivi: basta anche un cantiere di più in strada che obblighi le persone a fare un’altra strada. Il passaparola va continuamente alimentato: quante di noi vanno a curiosare online quando un’amica ci parla di un posto dove si è trovata benissimo?

E il podcast?

L’idea originale era leggere i miei stessi post alle persone ipovedenti. So che esistono i lettori online, ma una voce è diversa. Iniziando e rileggendo ho scoperto che avevo delle cose da aggiungere ai miei stessi post.

Inoltre il canale podcast mi permette di mostrare tutto il mio mondo: sul web vince il monotematico ed in teoria il canale podcast non dovrebbe fare eccezioni, ma mentre ho diviso i miei diversi blog, su cui faccio esperimenti diversi perché ho obiettivi diversi, sul canale podcast ho deciso di fregarmene.

Quando racconto si mischiano tutti i miei mondi ed in certo senso il canale podcast mi ha permesso di fare pace con me stessa. Come dicevo prima: conoscere le regole per infrangere consapevolmente.

Che soddisfazioni ti sta portando il podcast?

Al momento ho fatto pace con la mia voce, che non mi piaceva. Mi ha reso più creativa: quando scrivo ho idea su cosa registrare e quando registro mi vengono in mente le cose da scrivere. È appena nato ed i miei numeri sono bassi e non lo curo abbastanza per motivi di tempo, ma ho capito da un po’ che il mio pubblico è per di più silenzioso, quindi al di là dei feedback io continuo a seminare contenuti perché so che tutto torna e le soddisfazioni arrivano quando meno te lo aspetti.

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Ohibò – ph. Fabio Bussalino

5 consigli da dare a una libera professionista che vuole aprire un blog o un canale di comunicazione on-line

Sono diverse le cose che mi vengono in mente.

La prima è: non pensare di non essere in grado. Fino a 4 anni fa non sapevo niente di SEO o social e fino a due anni fa ero un’operatrice grafica grande formato. Tutto si impara.

La seconda è: mai smettere di formarsi e crescere. In fondo mi chiamo Ignorante proprio perché ignoro e studio continuamente. Uno dei miei motti, soprattutto in ciclofficina, è “quello che non so lo imparo”. Non smettere di crescere significa comprendere che nel 2020 una presenza online curata e al passo con i tempi è fondamentale, fa la differenza. Non serve essere ovunque e tutti i giorni. Scegliete dove e come e con costanza: questa è la chiave.

La terza è: ragionare con la propria testa. Non serve scrivere di tutto, non serve scrivere dell’argomento del momento solo per fare numero. Raccontate quello che sapete per esperienza diretta e non prendete in giro le Vostre clienti: se ne accorgono e quello che sembrava un facile guadagno sarà un danno disastroso.

La quarta è: osare. Sperimentare, cambiare, provare fanno parte del gioco. Il mondo sia online che offline sono dinamici, non è pensabile scegliere una strategia oggi che andrà bene per sempre. Provare e sperimentare è fondamentale.

La quinta e ultima è: non esiste la divisione online ed offline. Come dice Rudy Bandiera, non andiamo online, viviamo online. I nostri telefoni sono perennemente connessi alla rete, l’epoca dei modem 56k e delle linee telefoniche occupate è lontano. La nostra immagine comprende tutto, sia come siamo nel nostro negozio/laboratorio/officina sia come siamo in rete.

Grazie, Adriana!

Per seguire la Ciclista Ignorante:

E adesso dimmi, sei ancora convinta che la tua attività non ha bisogno di un blog? 😉

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Elena Assirelli

Elena Assirelli

Digital Marketer e amante della SEO. Da quando ho 11 anni passo gran parte della mia vita davanti allo schermo di un computer. E no, non mi sento nerd, anche se qualche amico sostiene il contrario. Per oltre 15 anni ho giocato a pallavolo, una delle mie grandi passioni. Amo viaggiare e scattare fotografie e in generale mi appassiono di tutto quello che mi fa crescere come persona. E sì, da sempre amo molto il web, per due ragioni fondamentali: perché il web è un luogo dove succedono cose magiche e perché il web è un luogo dove si può diventare liberi.

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